Le pur prevedibili manifestazioni di giubilo per la caduta di Berlusconi non ci devono allontanare dalla preoccupazione per lo stato dell’Italia.
L’eredità lasciataci è pesante, la superficialità continua ad albergare in parte significativa della società politica, ii provvedimenti fin quì adottati non sono bastevoli.
Dopo 17 anni di berlusconismo l’Italia è in ginocchio. E’ necessario mettere in condizione di non nuocere anche i berlusconini di provincia. Abbiamo di fronte un debito pubblico del 120%, una disoccupoazione giovanile che tocca il 30%, una diminuzione del reddito del 2,9%, una contrazione dei consumi del1,5%, una tassazione che sfiora il 50%, una evasione fiscale che ha raggiunto i 160 miliardi di euro, aziende che falliscono perchè la pubblica amministrazione paga con anni di ritardo, i lavoratori oltre i 50 anni che vengono licenziati non trovano possibile collocazione…. con tutto ciò vi è poco da festeggiare.
Si è voluto fare i nuovisti ad ogni costo, abbiamo affidato il Paese ai dilettanti ed agli incapaci e non ai professionisti della politica. La politica spettacolo, tutta lustrini e donnine, quella dell’immagine e degli annunci, delle promesse mancate, ci ha lasciato una vera catastrofe. Diventa ridicolo sentire ancora che la crisi ha risvolti internazionali , cosa in parte vera, senza ricordare che per anni ci è stato propinato il ritornello che i conti erano a posto, che la crisi non ci avrebbe toccato, che era stata affrontata nel migliore dei modi, che era stata superata. Promesse, annunci, dichiarazioni roboanti: tassazione con solo due aliquote, 23 e 33%, un milione di posti di lavoro, grandi opere, il ponte sullo stretto di Messina,contratto con gli italiani ed altro ancora. Ritorniamo alla politica, ai Partiti con le culture politiche consolidate, ridiamo al Paese, a tutti i livelli, una classe dirigente preparata e capace, i fanfaroni ed i giullari non ci servono più.
Patrimoniale, fine delle spese militari, tassazione sulle attività commerciali del Vaticano,ulteriore tassazione per il capitali rientrati con lo scudo fiscale, riduzione dei costi della politica , abolendo le province e gli enti inutili, eliminando prebende e consulenze, riducendo a tutti gli emolumenti, controllando il mercato con nuove leggi per bloccare la speculazione, insomma procedendo ad una vera ridistribuzione della ricchezza.Infine ritorno alla democrazia assembleare con una legge elettorale con le preferenze, con il divieto di scrivere il nome dei leaders sul simbolo del partito che deve tornare ad essere un soggetto collettivo e non un movimento personale.
In Italia c’è bisogno di sinistra, riformista e di governo. Finito Berlusconi, i problemi restano.Ognuno faccia la propria parte.
Angelo Sollazzo
13 novembre 2011