
Il sottosuolo dell’Afghanistan è ricco di minerali particolari, assolutamente necessari per l’industria elettronica che crea i famosi microchips che vengono utilizzati in tutti i settori della robottistica, telefonia e quant’altro.
Le guerre coloniali che miravano ad impossessarsi del Paese, dagli inglesi, ai sovietici ed in ultimo agli americani, ora dovranno cedere il passo alla presenza cinese che avrà certamente rapporti privilegiati con i talebani.
Sappiamo bene l’importanza della Cina nel settore dell’elettronica e questo costituisce il motivo principale dell’assenza cinese nelle guerre consumate su quel territorio.
Ciò che appare difficile comprendere è la incapacità degli americani ad indovinare ruoli ed iniziative in tutti i Paesi di religione islamica.
Da oltre vent’anni gli USA non ne combinano una di accettabile.
Nel Kuwait prima, quindi in Iraq, in Libia, in Siria hanno inanellato una serie impressionante di fallimenti.
La pretesa di imporre agli altri la propria supremazia economica e culturale, l’esportazione di una democrazia imperfetta, lo sfruttamento del sottosuolo con petrolio, gas e minerali in territori in Paesi diversi dal proprio, rappresentano una nuova forma di imperialismo nel senso più deteriore del termine.
E’ lo sfruttamento delle aree povere, la voglia di sottomettere tutti ai propri desiderata, sono la miccia più pericolosa per accendere il terrorismo e gli attentati anche nei paesi occidentali.
Essere restati oltre venti anni in Afghanistan per poi restituire il Paese ai talebani rappresenta di per se un grave crimine contro i diritti civili e di libertà di quel popolo.
Ora in Afghanistan si tornerà al medio-evo, verranno calpestati i diritti delle donne, represso il dissenso, impedito l’insegnamento laico ma consentito solo quella islamico, il ripristino della sharia, con dilapidazioni e mutilazioni, con la fine di ogni diritto civile. Sarà impedito perfino l’ascolto della musica.
Bel risultato signori americani.
Non essere riusciti in un ventennio a rimettere su un Paese distrutto da decenni di guerre coloniali, significa che l’obbiettivo americano era un altro.
La presenza militare in un’area geografica può avere senso se ha la scopo di far progredire e di sostenere concretamente quelle popolazioni.
Invece si è preferito aiutare i signori della guerra, i capi-tribù, i governanti corrotti del momento e non certamente far uscire il Paese dalla grave crisi che da sempre lo attanaglia.
Risulta evidente che in quei popoli il senso di giustizia e partecipazione alle scelte politiche, e molto diverso dal nostro, ma in vent’anni poteva essere fatto molto nel creare nuove classi dirigenti e non sostenere lautamente le tribù.
Lo spettacolo straziante di quanto avviene all’aeroporto di Kabul, con le madri che affidano i figli a militari sconosciuti, ci dovrebbe indurre a pensare.
La regia di ogni operazione per la normalità di quel Paese venga assunta dalle Nazioni Unite, con in testa Russia, Europa e Cina.
Diversamente ci saranno i soli cinesi che, come già realizzato in parti dell’Africa, imporranno i loro metodi, sfruttando ogni ricchezza esistente, e consentendo la permanenza di ogni regime liberticida.
Nessuna guerra ha mai portato benefici ai popoli, ma farla per peggiorare la situazione è ancora più grave.
24 agosto 2021
Angelo Sollazzo