Quando si parla di fine delle ideologie si fa sempre riferimento a quelle che hanno caratterizzato la cultura politica della sinistra italiana ed internazionale. Niente di più errato in quanto mentre la sinistra ha profondamente revisionato le sue teorie trasformandole in ideali e valori, la destra continua, imperterrita, a proclamare il liberismo come soluzione dei mali della società contemporanea.
Le liberalizzazioni indicate come la ricetta miracolosa sono state un enorme fiasco.
Esse non hanno reso più ricchi gli italiani, anzi al contrario, non hanno favorito specifiche categorie, come quella dei ceti medi, ma le hanno impoverite. Non hanno creato posti di lavoro proprio perché la concorrenza diminuisce e non aumenta il lavoro. La recessione economica è stata il frutto di errori ripetuti. Continuare con la richiesta che la destra avanza di ridurre ancora lo stato sociale, i servizi ai cittadini, di aumentare l’austerità, il precariato, significa non capire il fallimento del liberismo selvaggio e chiudere gli occhi davanti ai suoi risultati disastrosi.
Voler negare tutto ciò, significa coprirsi gli occhi e tapparsi le orecchie; l’ideologia fallimentare è quella della destra economica e non della sinistra democratica.
Diventa assurdo parlare di maggiore flessibilità per l’occupazione giovanile non considerando che i nostri giovani sono i più flessibili, i più sotto pagati ed i più disoccupati d’Europa.
Altro che bamboccioni in un Paese in cui la disoccupazione giovanile è arrivata al 42 per cento.
Prima di liberalizzare-ha concluso Sollazzo- sarebbe meglio individuare le reali possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Il turismo abbandonato a se stesso, la cultura divenuta un optional, dimenticando che siamo il Paese con il 50 per cento dei beni culturali esistenti sul pianeta. L’ambiente trascurato con la natura che si ribella, creando dissesti e calamità, senza considerare che i disastri che avvengono sono colpa dell’uomo. Si ricorre ai ripari quando è troppo tardi.In tali campi in Europa si investe molto di più, si fa di più e si creano tanti posti di lavoro.
Continuare con i tagli alla scuola significa non preparare i nostri giovani all’utilizzo delle nuove tecnologie e perdere, quindi, altra occupazione. Invece di continuare a dare soldi alle banche, in Italia ed in Europa, invece di tutelare l’alta burocrazia, spesso parassitaria, invece di arricchire i soliti capitani di ventura, come avvenuto con le privatizzazioni delle Autostrade, della Telecom e dell’Alitalia, è necessario che le risorse a disposizione vengano indirizzate verso quei settori che hanno una chiara possibilità di sviluppo e possono consentire di fermare il vero dramma del nostro Paese,la disoccupazione giovanile. Non ci possiamo permettere di perdere altre generazioni, non possiamo pensare al presente trascurando il futuro dei nostri figli.
Angelo Sollazzo
30 aprile 2014