In queste ore si dovrà decidere come affrontare i problemi inerenti lo svolgimento del Congresso Nazionale del PSI. In particolare si dovrà sciogliere il nodo della platea congressuale, la presentazione delle mozioni e la indicazione dei candidati a Segretario.
Resto sempre convinto che certe anticipazioni non giovano agli interessati poiché anche in politica, come nei conclavi della Chiesa cattolica, spesso si entra papa e si esce cardinale. Devo, quindi, confermare quanto più volte affermato, a cominciare dal congresso di Montecatini.
Deve interessare prima il progetto politico e solo dopo scegliere gli uomini che si ritengono capaci di attuarlo. La personalizzazione della politica è stata il male assoluto degli ultimi venti anni. Come socialisti , con una sola eccezione, abbiamo sempre rifiutato di mettere il nome del leader sulla scheda elettorale, scegliendo di preferire la proposta politica alla politica personalizzata.
Per questo motivo nonostante le sollecitazioni, non ho voluto avanzare alcuna candidatura che riguardasse la mia persona, anche se ringrazio i compagni che lo hanno fatto o che vi hanno pensato. Sarò sempre a disposizione del partito e seguirò le indicazioni che i compagni vorranno avanzare. Necessita uno sforzo comune per evitare il proliferarsi delle mozioni, che, sinceramente, in un partito di micro-dimensioni sarebbe come voler scindere l’atomo. Il cambiamento lo si può anche realizzare con più fasi; per l’oggi è importante che tutti coloro che ritengono necessario un ricambio al vertice del Partito si uniscano in una sola mozione, accantonando differenze e diffidenze. Nessuno dovrà ritenere di far valere le proprie posizioni con mozioni preconfezionate, senza un confronto vero e serrato. Per quanto mi riguarda ritengo irrinunciabili alcuni punti.
1) Una chiara collocazione a sinistra del Partito, con una politica delle alleanze che guardi solo in tale direzione e restituisca al PSI il proprio ruolo di partito dei lavoratori;
2) Si eviti la perpetuazione dell’errore di non presentare il proprio simbolo alle elezioni di qualsiasi ordine e grado e, nel caso di sbarramenti, la presenza del PSI sia ben visibile nella scheda dell’alleanza che si dovrà realizzare;
3) Il socialismo democratico e riformista dovrà essere una scelta irrinunciabile, rigettando ogni richiesta di cambio di ragione sociale e di nome, e confermando il chiaro riferimento al PSE ed all’Internazionale socialista.
Su altri temi abbiamo già abbondantemente scritto e detto.
Angelo Sollazzo
17 ottobre 2013