LETTERA AI COMPAGNI

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La crisi del nostro Partito ci pare ormai gravissima ed evidente, a pochi mesi da quelle elezioni che dovevano, nelle aspettative di tutti noi, attraverso il previsto ritorno in Parlamento, riportare il PSI ad un ruolo di protagonista nella costruzione di una sinistra riformista ed europea. Invece, il PSI appare privo di una missione, e irrilevante nel dibattito politico a sinistra, e gli sforzi dei parlamentari eletti non possono risultare incisivi, senza una linea politica complessiva che oggi non c’è, o appare contraddittoria, inadeguata, rinunciataria e spesso incoerente.

Gli ultimi risultati amministrativi, hanno evidenziato questa crisi con la scomparsa non soltanto nelle grandi città, a partire da Roma, ma anche in tanti centri medi e piccoli dove avevamo sempre mantenuto una presenza rilevante. Ma questo stato di cose è la conseguenza di errori politici di vecchia data: a partire dalle primarie di coalizioni e per finire alle scelte elettorali: la mancata presentazione di un candidato socialista alle primarie aveva già innestato nell’opinione pubblica l’impressione della irrilevanza del PSI all’interno della coalizione; la scelta conseguente di non presentare liste con simbolo socialista alle elezioni politiche ha ulteriormente consolidato la percezione di una nostra marginalità. Infine, il sostegno al governo Letta, senza partecipazione alla compagine governativa, appare come una dichiarazione d’impotenza più che una scelta.

Da gran tempo, la leadership del nostro partito ha mostrato di non credere alla sua missione; e cioè alla concreta attuabilità dei programmi e della prospettiva socialista. In particolare, la scelta di una coalizione, Italia Bene Comune, che comprendesse i partiti della sinistra riconducibili alla cornice europea, che pareva strategica, sembra oggi solo l’ennesimo espediente elettorale, perché invece di perseguire, pur con le difficoltà a tutti note, quella strategia,è stata sostituita con una strategia del tutto opposta, quella di un nuovo polo laico di incerti confini e identità. Da qui è in corso un processo di impoverimento e di logoramento – del consenso, della militanza e dei legami di solidarietà.

Giunti a questo punto, occorre dare un segnale forte di discontinuità e riavviare una fase nuova e vitale con chi in questa prospettiva ci crede sul serio.

Perché, al di là di specifici errori, e delle relative responsabilità, che sono magari spiegabili con la difficoltà delle circostanze, nessuna formazione collettiva, e men che meno quella socialista, può essere retta da chi non crede nel suo valore e nel suo futuro, e questa condizione non deve mai venir meno, in qualunque difficoltà. Per questo avevamo chiesto l’urgente celebrazione di un Congresso nazionale. Andremo al Congresso in ottobre, ma già oggi è necessario costruire un percorso che dia netta la sensazione di una cesura con il passato, a partire dalle dimissioni contestuali del Segretario nazionale e della segreteria, con l’obiettivo di ridare voce e responsabilità agli organi direttivi, al centro come in periferia, e di celebrare un Congresso non di conta e recriminazioni sul passato ma di ripartenza, che dal libero confronto tra le diverse posizioni faccia scaturire le basi di una più consapevole unità.

Occorre rigenerare il Partito: non ci interessano i rifugi identitari e dobbiamo verificare insieme se abbiamo la volontà e la forza di essere tra i protagonisti attivi di una nuova iniziativa socialista: nei suoi obiettivi, nei suoi contenuti, nei suoi protagonisti. Aprendosi a tutti e non confondendosi con nessuno, ma sicuramente fortemente orientata nella direzione della costruzione di una sinistra italiana che raccolga in sé la parte migliore della propria tradizione e cultura, e che trovi nel riferimento al socialismo europeo non la partecipazione a un club, ma nuove ragioni per promuovere la ricostruzione di una grande forza socialista in Italia.

Per questo, proponiamo a tutti i compagni e le compagne che condividano quanto sosteniamo, di incontrarsi a Roma, il 13 luglio prossimo, per una nuova partenza.

Primi firmatari: Bartolomei, Benaglia, Benzoni, Biscardini, Cefisi, Ceremigna, Ferro, Gitto, Sollazzo,Vita.

20 giugno 2013


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