
Il silenzio mantenuto fino ad oggi aveva lo scopo di non voler disturbare i manovratori.
D’altra parte nessuno ha chiesto pareri disinteressati su cosa conveniva fare in questa delicata e difficile situazione politica.
Ne prendiamo atto ma riteniamo doveroso esprimere alcune nostre considerazioni, lungi dal dover criticare coloro che si sono adoperati per salvare il salvabile.
L’aspetto della vicenda che mi preme ribadire è che un partito politico è tale solo se si presenta con il proprio simbolo ed identità davanti all’elettorato e con un proprio programma.
La solita giustificazione che non si poteva far altro vista la assurda legge elettorale vigente, cade di fronte alla politica vera: quando ci si candida bisogna avere la stella polare dei propri ideali e valori e non la sistemazione personale, come avvenuto negli ultimi dieci anni.
Il partito prima della persona e non viceversa. La deriva personalistica ha raggiunto il massimo quando partiti di destra e sinistra hanno inserito il nome del leader nel simbolo del Partito.
Fino a Craxi questo teorema era aborrito. Per fortuna nella sinistra c’è stata qualche eccezione.
In Francia i socialisti con la SFIO iniziarono la loro riscossa politica partendo da percentuali vicini allo zero per poi, creando il PS, arrivare ad eleggere un Presidente della Repubblica socialista. Così è avvenuto in tanti altri Paesi.
In Italia la tesi che bisognava avere almeno un manipolo di parlamentari, comunque eletti, con accordi anche con il diavolo, fallì miseramente. Non aver presentato le liste nel 2013 fu un vero suicidio, ed i pochissimi eletti, graziati per le adulazioni verso il capo, non hanno lasciato traccia, altro che i promessi sfracelli. Di seguito con l’abbandono ed il disgusto di quasi tutto il gruppo dirigente, si pensò puntualmente alla elezione solitaria dell’attore principale con giravolte continue e con la sparizione perfino dai sondaggi elettorali, dal 1,8% dell’inizio allo 0,1.
Per carità non si venga a dire che in tal modo è stata salvata la bandiera e consentito la sopravvivenza di un Partito. Chi fa tale affermazione dovrebbe vergognarsi oppure era in ben altre faccende affaccendato quando altri lottavano strenuamente per un Partito che sfiorava i sei milioni di voti.
Tornando all’oggi nell’ultimo Congresso del PSI, si sentiva aria nuova ed un incoraggiamento a riprendere l’impegno politico. Presentazione del simbolo in tutte le consultazioni elettorali, senza pensare ad essere eletti, bensì alla difesa dei valori ed ideali, proposta di legge elettorale proporzionale con il ritorno alle preferenze, in modo che il cittadino potesse realmente scegliere il proprio rappresentante evitando i listini bloccati, collocazione netta a sinistra, rifuggendo dalle sirene renziane e calendiane. Questo in sintesi il contenuto dei documenti congressuali.
Ma il capolavoro, in tale contesto, fu quello dell’intervento del Segretario del PD Letta. Comunque sia, diceva il nostro, ci sarà una lista del Socialismo europeo con i simboli del PD, PSI ed Art.1, cioè dei partiti che aderiscono al Partito socialista europeo. Poi abbiamo avuto il titolo insignificante di democratici e progressisti. La parola socialista fa ancora paura. Una tesi che non durò più di tre giorni, dimostrando la inadeguatezza e La incapacità del personaggio, che farebbe bene a tornarsene di corsa a Parigi.
Parliamo di quello che è stato forse il peggiore segretario della storia del PD.
Le colpe di Letta sono di poco inferiori a quelle dell’avvocaticchio foggiano, responsabili entrambi, con la caduta di Draghi, di regalare il Paese alla destra. Era difficile immaginare che Letta potesse in tanto poco tempo inanellare tanti errori. Non ne ha indovinata una. Sceglieva i temi minori e dimenticava quelli mastodontici del mondo del lavoro. In tal modo come ci si può definire essere di sinistra? La puzza sotto il naso è diventata maleodorante.
Non parliamo dei Cinque Stelle poiché non esistono, ma sono un pesce pieno d’acqua, un concentrato nel vuoto, che hanno prodotto, per la loro ignoranza, danni che pagheremo duramente.
La sinistra si è lasciata scippare i fondamentali della sua esistenza: uguaglianza, libertà, pace, sanità pubblica, scuola pubblica, riforma fiscale, tutela dei lavoratori e ripristino dell’art.18, diritti civili e diritti sociali.
A che serve oggi il PD se non a garantire ai suoi adepti posti di potere?
In conclusione non potendo disertare, sosterremo i candidati socialisti militanti a sinistra, voteremo per quelle persone che oltre ad essere perbene, ancora credono alla uguaglianza ad alla pace dei popoli, e per quelli che sono determinati a difendere con ogni mezzo la Costituzione italiana nata dalla Resistenza.
31/08/2022
Angelo Sollazzo