I miracoli di San Gennaro

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In una situazione difficile e complicata della politica italiana nessuno può essere reticente,  anche in presenza di importanti impegni in altri campi e settori, ovvero disilluso delle politiche “nuoviste” e rottamatrici.

L’ultimo quarto di secolo ha dato lo spettacolo più indecoroso di una classe politica indecente, incapace, cattiva e presuntuosa.

Chi si era illuso che il “nuovismo”, i nuovi soggetti politici potessero dare una sterzata ai problemi annosi e gravi del Paese è stato servito.

Ci sono e saranno sempre di più i pentiti che hanno creduto e sostenuto  partiti e movimenti nati all’improvviso come funghi e che oggi dimostrano appieno la loro inconsistenza. Le colpe non sono solo di Salvini e di Di Maio, ma vanno ricercate in quelle lobby, organizzazioni e poteri occulti, fuori e dentro lo Stato, che hanno aizzato, indirizzato e sostenuto personaggi di scarsa qualità con la speranza di poter sostituirsi alla realtà della società politica ed economica.

Quando si sostengono personaggi di nessuna caratura politica che baciano l’ampolla di San Gennaro, come Di Maio, che vanno a chiedere lumi al santuario di Padre Pio, come Conte, ovvero che hanno un filo diretto con Maria Immacolata, come Salvini, il tutto per ostentare la loro fede e raccogliere qualche consenso in più, allora che potevamo aspettarci. Solo il disastro.

Siamo  convinti che pur di evitare un fragoroso successo di Salvini, convenga salvare i Cinque Stelle, imbarcandosi in un Governo che nasce morto?

La Lega quotidianamente perde consensi, non solo per gli “orrori” politici del suo Capitano, ma anche per una nuova valutazione generale, che non può limitare una azione governativa a ricacciare in mare dei poveri sventurati.

Non bisogna dare per scontato un successo della Lega alle elezioni e tantomeno lanciare una ciambella di salvataggio ai moribondi grillini.

Riflettiamo con ordine.  Salvini e Di Maio sono il prodotto finale di anni di  una politica sbagliata sia a sinistra  che a destra. Berlusconi inaugura la politica spettacolo che configge con ideali ed ideologie, in virtù di gestioni allegre, di  di amicizie pericolose, di sostegni  a gruppi economici ed industriali che niente hanno a che fare con il popolo lavoratore. L’inganno dell’uomo che si è fatto da solo, che tutti avrebbero potuto aspirare a ruoli e ricchezze , ha creato danni gravissimi. I partiti devono morire, sono fonte di corruzione e di controllo delle coscienze, ci sarebbe da dire da che parte viene la predica.

Le olgettine si immolavano per il fascino del Capo e per divenire star della televisione. Senza politica economica e tantomeno industriale, per anni Berlusconi ha avuto come solo obiettivo la distruzione della società politica che aveva fatto la Repubblica e l’affermazione della sua leadership.

Quindi le sue baggianate, i suoi errori, i suoi scandali economici e comportamentali, hanno creato le basi per  il populismo e l’autoritarismo.

Evitiamo figure e comportamenti minori, ma il colpo di grazia alla politica ragionata, alle iniziative economiche con obiettivi realizzabili, l’ha dato Renzi, detto altrimenti il rottamatore. I danni fatti da Renzi, e che ancora tenta di fare, sono innumerevoli. Tutti di segno opposto alla sinistra ed alle idealità socialiste.

Il Jobs Act, che scardinava lo Statuto dei Lavoratori del ministro socialista Brodolini, la Buona scuola e minava alla base la scuola per tutti, del socialista Codignola, la riprivatizzazione di fatto della Sanità, soluzione opposta all’idea di assistenza gratuita a tutti del ministro socialista Mariotti, il nuovo asservimento della RAI, al potere di turno, contrariamente alle posizioni espresse dal socialista Manca. E potremmo continuare all’infinito.

Insomma Renzi è propria una faccia di tolla che dopo aver fatto aderire il PD al socialismo europeo ha proposto ed approvato leggi anti-socialiste.

Per non parlare del Referendum e della sua sodale Elena Boschi.

Insomma se si ragiona senza pregiudizi, i grillini ed i leghisti sono il frutto delle castronate di Berlusconi e di  Renzi, con molte aggravanti per quest’ultimo.

Il Movimento 5Stelle cerca di rifarsi una verginità a sinistra, dopo aver governato amichevolmente con la destra estrema di stampo autoritario anche se non ancora fascistoide.

Occorre ricordare  agli smemorati le aggressioni di Grillo comico ai socialisti,

le sue invettive, e le sue piroette da una parte all’altra. Ma parliamo di oggi. Può sembrare normale allearsi con chi predica la fine della democrazia, della rappresentatività, popolare, chi vuole un parlamento eletto con il sorteggio, per nominare i parlamentari, una lotteria da Paese delle banane, chi ha fatto eleggere degli ignoranti che con pochi clic sul computer si sono ritrovati in Parlamento, chi vuole la fine della società politica, con la sostituzione della piattaforma Rousseau. Internet al posto di uomini colti e preparati. Chi ha sempre predicato che bisognava avere  solo governanti eletti e poi ci propinano il povero Conte sul quale stendiamo un velo pietoso, che attacca Salvini ,dimenticando tutte le nefandezze fatte in un anno insieme a lui, come se fosse stato assente oppure su un altro pianeta. Troppo comodo.

Per non parlare delle giravolte continue su temi che erano alla base del loro programma elettorale: Tav prima No, poi Si ora NI, Tap No e poi Si, Euro No ed ora fortissimamente SI, mandati elettivi prima due, poi tre ora mandato zero, Voti di fiducia mai, ora quasi sempre, aerei bombardieri F35, prima no ora Si, Ilva prima No ed ora si, per non parlare di condoni, banche etc.

Insomma i 5Stelle si sono  democristianizzati. Esiste ancora un solo motivo per votarli, anche cambiando tutti gli attuali leader distintisi per la loro  per le notevoli incapacità?

Bisogna rimandarli a scuola, magari di formazione politica e poi ripresentarsi agli esami.

Per questi e tanti altri motivi bisogna fare una scelta oculata e meditata prima di tifare per l’accordo di Grillo con il PD. Bisognerebbe essere convinti di un successo strabiliante di Salvini che molti non vedono più.

Certo si tratta di una scommessa, ma ora si misura la capacità di intuito di una classe politica. In casa PD il guascone Renzi, dopo avere detto ripetutamente mai con i grillini, ora è uno strenuo sostenitore dell’accordo, consapevole che se si va al voto un buon ottanta per cento dei suoi parlamentari andrebbe a casa, e forse lui stesso. Come si dice, tengono famiglia.

Sarebbe superfluo parlare dei problemi dei socialisti italiani. Oggi la stragrande maggioranza di essi opera, loro malgrado, fuori dal PSI.

Vi sono stati allontanamenti voluti, altri forzati, e pur con tutto l’attaccamento al nome ed al simbolo, non si può far finta di nulla di fronte a comportamenti che non hanno nulla a che spartire con la nostra storia e con la tradizione di un partito aperto e laico. Non si può fare politica solo pensando alla conquista di un seggio parlamentare. Il giocattolo si è rotto quando il manovratore ha cambiato tutte le alleanze possibili pur di salvaguardare la propria elezione. Sono cose note e dette. L’ultima perla è stata l’alleanza con +Europa del  doroteo DC Tabacci e del liberista reaganiano Della Vedova.

Insomma niente a che spartire con il socialismo. Rispettiamo Emma Bonino, ma credo che Pannella non avrebbe mai accettato di farsi finanziare dal banchiere Soros, ed esprimere posizioni di destra livello europeo con l’accordo con l’Alde. Che c’entriamo noi socialisti con i liberisti, con chi da sempre predica il sistema elettorale maggioritario, mentre noi siamo stati sempre per il proporzionale e con le preferenze, restituendo ai cittadini la potestà di eleggere veramente i propri rappresentanti. Era grave l’alleanza con il renzismo, ma  con il liberismo abbiamo toccato il fondo.

Allora per sgombrare il campo da equivoci, definiamo da ora la presenza di una lista con nome e simbolo socialista, decidiamo che nessun dirigente attuale e del passato sarà candidato, e affermiamo la nostra volontà di essere presenti al confronto elettorale  come testimonianza di un ideale che in Europa e nel mondo sta riprendendo vigore e che in Italia da troppi anni è assente sulle schede elettorali. Non bisogna essere eletti per forza e quando recentemente si è affermato la necessità di una presenza parlamentare anche piccola, i risultati, dopo 5 anni, sono stati catastrofici con percentuali da prefisso telefonico. Qualcuno ha raggiunto i propri scopi ma il Partito è risultato morto.

Oggi dobbiamo avere il coraggio di lavorare per l’unità di tutti i socialisti, ovunque collocati, e senza rivangare il passato. E’ difficile ma possiamo farcela.

In crisi è stata ed è la sinistra, non il socialismo.

I socialisti hanno perso in quei paesi in cui si sono alleati con la destra, hanno vinto quando hanno ribadito la loro collocazione naturale di sinistra.

Il socialismo è giovane e può rappresentare il futuro, di fronte alla crisi del capitalismo rapace, del mercato senza controllo e della globalizzazione selvaggia.

Ridistribuire la ricchezza, anche con una patrimoniale sulle grandi rendite parassitarie ed assenteiste, dimezzare le spese militari, una politica del lavoro vero, senza mance come con gli 80 euro di Renzi  ovvero il reddito di cittadinanza di Di Maio, una tassazione seria al Vaticano che  con le migliaia di alberghi, cliniche private, università ed edifici , dovrebbe esborsare molti miliardi di tasse, invece a Roma non paga neanche acqua e gas.

Insomma  un Paese che negli anni ’90 era al quarto posto delle potenze economiche, non può dimenticare la questione meridionale, non avere una vera politica industriale,  ed una vera politica sociale a favore dei meno abbienti.

Angelo Sollazzo


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