Perseverare porta all’estinzione

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In politica, come in tutte le vicende della vita, diventa sempre necessario prendere atto dello stato delle cose, delle modifiche avvenute e dei nuovi rapporti di forza.
Far finta di nulla di fronte a profondi sommovimenti e perseverare negli errori di valutazione della realtà è cosa da delirio neurologico.
Parliamo del nuovo assetto della società politica, della scomparsa di una forza chiaramente di sinistra, autenticamente socialista, ovvero di ispirazione socialdemocratica, di una politica delle alleanze che rispetti i fondamentali dell’ideale cui si dice di appartenere.
Questo vale per il PD che ancora non vuole prendere pienamente atto del suo fallimento, vale per la sinistra più estrema che non riesce a metabolizzare compiutamente la sua inutilità politica e l’inesistenza di uno spazio in cui operare.
Il PSI ha ipotizzato e perseguito negli ultimi anni una serie di alleanze totalmente fallimentari, dal finto patto federativo con il PD fino alla drammatica esperienza della Lista Insieme, che hanno provocato la cancellazione delle rappresentanze al Parlamento europeo, presso molti Consigli regionali e la totale irrilevanza nel Parlamento nazionale.
Di fronte a questa impressionante serie di sconfitte politiche si propone oggi un improbabile ritorno alla Rosa nel Pugno che rappresenta soltanto uno sconcertante arrampicarsi sugli specchi e ripropone una esperienza che, se aveva un senso nel periodo storico in cui venne proposta, porterebbe oggi all’ennesimo risultato disastroso.
In particolare per quanto riguarda il PSI, non si è mai visto un Partito che alla vigilia del proprio Congresso, definisce senza consenso acclarato della base, un nuovo progetto politico.
Abbiamo più volte denunciato la inadeguatezza dell’attuale vertice del PSI. In dieci anni abbiamo assistito a giravolte continue, a mutazioni della proposta politica senza validi motivi se non quello di salvaguardare il seggio parlamentare del Segretario, e a alleanze spurie ed assurde, si sono accompagnati comportamenti non democratici, espulsioni senza motivazioni, commissariamenti e stravolgimenti di regole e statuto.
Siamo stati accusati di esserci rivolti al magistrato per denunciare la validità del tesseramento e dei congressi e modalità di svolgimento del Congresso di Salerno, solo così siamo riusciti ad avere i dati del tesseramento, da sempre negati, e ciò ha portato a convocare un nuovo Congresso, quello di Roma, che secondo la stessa affermazione del Segretario, si è tenuto a sanatoria delle vertenze portate in Tribunale e quindi ammettendo le nostre ragioni.
Se si vuole sanare qualcosa si ammette che vi erano irregolarità. Avevamo tentato in ogni modo di evitare il ricorso alla autorità giudiziaria, chiedendo incontri, colloqui e con lettere amichevoli. Per contro ci sono state solo risposte di assoluto diniego, rifiutando ogni forma di colloquio, e in netta contraddizione con la presentazione di una proposta di legge presentata proprio del gruppo socialista che, in applicazione ed interpretazione dell’articolo 49 della Costituzione, consentiva agli iscritti vessati di rivolgersi al magistrato.
Oggi con una strana lettera ci viene richiesto di rinnegare le nostre ragioni, proprio mentre un altro gruppo di compagni, membri in carica della Segreteria attuale, denuncia le nostre stesse cose e si rifiuta di approvare il tesseramento che dovrebbe portare il partito al Congresso.
Siamo alle comiche.
A questo punto dopo dieci anni di gestione che ha portato il Partito alla inconsistenza elettorale e politica, con sondaggi neanche da prefisso telefonico, il buon senso vorrebbe che ci si facesse da parte subito senza aspettare, si costituisse un vero comitato dei garan-
ti per una fase costituente a cui tutti i contestatori della situazione attuale potrebbero partecipare.
Potrebbe essere utile fare il Congresso con il sistema delle primarie consentendo a tutti, proprio a tutti i socialisti di recarsi al seggio e votare per la nuova politica ed il nuovo gruppo dirigente. Altrimenti sarà un Congresso per pochi intimi toscani, obbligando la stragrande maggioranza dei socialisti ad organizzarsi diversamente e far nuovamente valere in ogni sede le proprie ragioni. Moltissimi compagni che sono tuttora attivi nel panorama politico, tra essi quelli che stanno preparando l’evento socialista di Rimini, ed altri che lavorano in associazioni sul territorio, sono ancora iscritti e si pongono il dilemma se partecipare o meno al prossimo Congresso, ma non intendono darla vinta a chi ha ridotto il Partito all’inconsistenza e non ha il coraggio di farsi da parte. Noi con tanti compagni continueremo, dentro e fuori il Partito la nostra battaglia per ridare ai socialisti la loro casa comune, per ribadire i fondamentali del socialismo, e per un partito socialista degno di questo nome e grande per far valere i propri ideali.


Roberto Biscardini, 
Pieraldo Ciucchi, Gerardo Labellarte, Aldo Potenza, Angelo Sollazzo

Roma, 1 Febbraio 2019


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