I capi della maggioranza governativa tra lettere ed appelli, incuranti della gravità della situazione, sono ormai al capolinea.
Nel dibattito politico da sempre si è pronti ad assistere ad ogni falsità, a continue giravolte, ad annunci roboanti con bugie incluse, a negazione dell’evidenza.
Si spera che comunque si eviti di cadere nel ridicolo con affermazioni che vengono smentite continuamente dalla realtà dei fatti.
Renzi, Alfano, Nencini e Verdini continuano senza pudore a rappresentarci un Paese che non c’è e promettere soluzioni miracolose che sono poco meno di una burla. Affermare che la vittoria del referendum del fronte renziano gioverebbe all’economia del Paese, oltre ad essere una enorme sciocchezza, dimostra la pochezza di cultura politica di chi si erge a rinnovatore e a risolutore dei problemi nazionali.
C’è una sorta di continuità con la tesi berlusconiana dei ristoranti pieni, ma far finta di nulla, di fronte ai dati ufficiali e non di parte, ci sembra proprio troppo.
Prima la Ragioneria dello Stato quindi la CGIA di Mestre, di seguito il Ministero del Lavoro ed infine l’ISTAT ci danno un ritratto della situazione che sbugiarda pesantemente Renzi e soci.
Le colpe vengono sempre assegnate ad altri, prima ai vent’anni di malgoverno precedenti, poi all’Europa, oggi vengono considerati gufi perfino organismi dello Stato come l’ISTAT che, dopo essere stati considerati affidabili, oggi rappresentano un vecchio modo di fare statistica.
Insomma se non si dice che tutto va bene, chi lo dice non è affidabile.
Fatto sta che non si può negare che l’Italia si ferma, che la crescita è zero, che i consumi stagnano e che il reddito delle famiglie diminuisce.
La stagione dei successi strabilianti cozza con quattro milioni di italiani in povertà assoluta, con altri quattro milioni sull’orlo della povertà, e con la disoccupazione che non diminuisce, anzi quella giovanile aumenta. Tutto ciò nonostante l’aiuto giunto dal prezzo del petrolio, dal dollaro basso e dal sostegno della Banca Centrale Europea, contingenze che avrebbero dovuto dare una spinta notevole alla nostra crescita economica. Le mance degli 80 euro, dei 500 euro per i giovani per il teatro e poco più, del previsto misero aumento delle pensioni minime, cosa che qualcuno potrebbe considerare l’anticamera del voto di scambio, non sono assolutamente in grado di sostenere i consumi, costituiscono uno spreco inutile poiché non affrontano alla radice i mali della nostra economia. L’ultimo dato dello stesso Ministero del Lavoro che rileva, nell’ultimo trimestre, una diminuzione del 30% delle assunzioni, un aumento del 7,5 % dei licenziamenti certifica il totale fallimento del Jobs Act. Lo stesso totem della diminuzione del debito pubblico è crollato di fronte a numeri impietosi che vedono, con Renzi imperante, un balzo in avanti fino a 2248 Miliardi di Euro con un aumento di 5 miliardi al mese. Meno male che il Nostro predicava un taglio drastico alle spese ed al debito. In ultimo come arma di distrazione di massa ci veniva propinata la ricetta della nuova legge elettorale e della riforma costituzionale. La riforma elettorale veniva approvata da tutta la maggioranza, socialisti compresi, con il voto di fiducia. Oggi comincia ad essere difficile trovare i veri genitori di tale legge, visto che prima il Premier, dopo Nencini, ci comunicano che non era proprio la linea del Piave, che il Parlamento potrebbe modificarla, anzi che proprio non va bene. Ma perché l’avete votata? La Riforma Costituzionale era la madre di tutte le battaglie, immodificabile, essenziale per la stessa sopravvivenza del Governo. Ora si cerca di spersonalizzare la prova referendaria, si rimanda la scelta della continuazione della esperienza governativa al voto del 2018, insomma avevano scherzato. Sarebbe a dire che anche se Renzi venisse travolto da una valanga di NO, potrebbe rimanere al suo posto. Idem per Alfano e per Verdini.
Nencini non fa una piega, un PSI che non si presenta più alle elezioni nazionali, una pattuglia di Parlamentari che vota tutto ciò che vuole Renzi e certamente non in linea con la tradizione socialista, una debolezza nei sondaggi spaventosa con un dato al di sotto dello 0,2%, e si continua a dire va tutto bene Madama Marchesa. Che deve succedere di più?Sicuramente è legittimo cambiare opinione, ci si può convincere di aver sbagliato, si può stravolgere quanto affermato solo qualche mese prima, ma quello che non è accettabile rimanere al proprio posto. Chi ammette di avere sbagliato non può essere buono per tutte le stagioni.
Renzi,Nencini, Alfano e Verdini, per cortesia sgombrate il campo, la ricreazione è finita e tornate a casa !!!!!!!!
12 settembre 2016
Angelo Sollazzo